TASSI DEI BUND TEDESCHI AI MINIMI STORICI
|Il Bund tedesco ha toccato un nuovo record storico in negativo per i rendimenti a scadenza trentennale: 0,65% alla vigilia del voto per il referendum britannico sull’uscita o meno della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Il calo era previsto, data la tensione pre-voto, e questo ha spinto numerosi investitori a rifugiarsi nei Bund tanto che la domanda per il titolo è stata doppia rispetto all’offerta.
Anche altri beni e titoli di stato hanno raggiunto prezzi mai visti prima, facendo scattare la corsa all’acquisto da parte degli investitori: i titoli di Stato statunitensi e quelli britannici (il cui rendimento decennale ha raggiunto minimi storici all’1,07% prima di invertire la tendeza alla notizia dell’uccisione della parlamentare laburista Joanne Cox), le attività svizzere (anche il trentennale elvetico è a tasso negativo mentre il franco svizzero si è apprezzato sull’euro fino ai massimi dell’anno) e infine l’oro.
Come riportato sul sito Migliorefinanza, in Germania, non solo il Bund a scadenza trentennale, ma anche il Bund a scadenza decennale è negativo, per la prima volta nella sua storia, influenzato anche dai piani di acquisto di titoli della Banca centrale europea (BCE) e non sembra chiaro come possa durare un sistema finanziario in cui i titoli di stato offrono rendimenti negativi.
Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di Deutsche Asset Management ha provato a spiegare come questo possa accadere: “Il rendimento dei Bund decennali tedeschi sono la misura cardine del sistema finanziario. Un segno meno di fronte a un tasso di interesse è una manifestazione simbolica […] della sparizione di un riferimento che distorce ogni singola asset class. Nel gestire questo scenario dei tassi di interesse negativi, ci sono stati alcuni vincitori e molti perdenti. I risparmiatori tedeschi sono nel campo dei perdenti perché la loro esposizione alle azioni e immobili è inferiore alla media degli altri Paesi, mentre la quota di conti di risparmio è superiore alla media europea“. Il vantaggio di un tasso di interesse negativo – continua Kreuzkamp -“costringe i tedeschi a riconsiderare il loro comportamento di investimento. Di certo non esiste un diritto reale di ricevere un tasso di interesse positivo.
Tuttavia, l’economia di mercato dipende da prezzi che forniscono segnali precisi. I programmi di QE delle banche centrali hanno distorto il lato della domanda a tal punto che non dà più una corretta indicazione del sistema di risparmio e degli investimenti nell’economia“.
In linea di massima questa situazione non può sicuramente durare a lungo, se non a costo di interventi da parte della BCE, col rischio di distorsione del mercato. Già oggi tutte le asset class hanno prezzi distorti dai rendimenti alterati dalla BCE, in particolar modo del Bund. È quindi difficile ad oggi costruire un portafogli di investimento equilibrato, perché non si può avere la certezza del rischio.