Quando la musica fa star bene

 

musicaAscoltare musica non è solo un piacere per le orecchie. Ascoltare una bella melodia può farci tornare bambini, può farci connettere a livello emozionale con una persona, ma può anche portare benessere in molti modi, sia che si tratti dell’ultimo pezzo di Bruno Mars o di una toccata e fuga di Bach. Le reazioni prodotte dalla musica, in definitiva dalle onde sonore sono molto particolari.

Le onde sonore coprono la parte udibile dello spettro magnetico e il nostro corpo reagisce ad esso, con delle reazioni particolari. In primo luogo, può sembrare scontato, la musica influisce sull’umore attraverso l’amigdala, che è uno dei centri dell’emozione nel nostro cervello. Questa parte del cervello analizza velocemente gli accordi e le tonalità, per determinare che tipo di musica ci piace e che tipo di reazione (ampia o bassa) avremo in risposta ad essa.

Se per esempio ci piace la musica rock, contraddistinta da una particolare ritmica sufficientemente accelerata (quella che ci fa battere in modo meccanico il piedino sul pavimento), il nostro nucleus accumbens (un sistema di neuroni situato al di sopra dell’amigdala), che gioca un ruolo fondamentale nel sistema di ricompensa, rilascia una dose di dopamina, il neurotrasmettitore responsabile del benessere. La dopamina è coinvolta anche negli stimoli di piacere rilevanti, come quelli forniti dalle droghe, dall’alcool, dal sesso.

Il senso di piacere determinato dall’ascolto di una particolare canzone si cementa nel cervello. I neuroni associati alla memoria si collegano per farti ricordare il particolare stato di benessere provato durante quell’ascolto ed è per questo motivo che siamo portati a riascoltare quel particolare brano: per riprovare quelle determinate sensazioni. Cioè per stimolare la produzione di dopamina.

La musica è anche un’esperienza intellettuale: per comprendere a fondo la sua complessità non occorre aver studiato, ma quando si decide di impararla, di studiarla come si deve, di conoscere note e accordi, essa stimola particolarmente la corteccia prefrontale, la zona del cervello deputata all’azione. Questo può essere il motivo per cui ascoltare musica è spesso collegato a un miglior funzionamento del cervello. Ascoltare della musica particolarmente melodiosa, stimolante a livello di emozioni, ricca di pathos, come potrebbe essere quella dei Pink Floyd, può influire positivamente sullo stress abbassando la produzione di cortisolo, il famigerato ormone dello stress.

Una musica di questo tipo può aiutare a far calare i livelli di epinefrina. Lungo il corso del tempo questi due ormoni diventano pericolosi per il benessere generale dell’organismo. Lo stress è responsabile di problematiche anche gravi, collegate a malattie autoimmuni e depressione. Una musica di tipo new age, comunque rilassante, aiuta nel meccanismo del rilassamento generale del corpo, dei muscoli, abbassando il battito cardiaco e migliorando la respirazione. La musica, infine, migliora il sistema immunitario e il metabolismo.

Se particolarmente rilassante (immaginiamo una suite di musica classica o di una colonna sonora particolarmente dolce e morbida) può stimolare la produzione di ormone della crescita e di testosterone, provocando una risposta metabolica che interrompe il meccanismo delle pericolose infiammazioni che mettono a repentaglio l’organismo, dato che impegnano il sistema immunitario. In definitiva, aiutare musica aiuta e non è un caso che continuiamo a cantare, ballare, ricercarla in millenni di evoluzione. La musica mette di buon umore e aiuta nei rapporti sociali, migliorando nel complesso la nostra vita.

 

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