Le società che investono più soldi nel basket in Italia
|In Italia, la prima federazione di basket, o “palla al cesto”, è stata fondata nel 1921, ed ha conosciuto uno sviluppo progressivo nella metà degli anni Sessanta e, ovviamente, è aumentato nel tempo il numero delle società che investono in questo sport.
Un po’ di storia
In Italia, il basket ha preso piede per la prima volta a Siena, nel 1907, grazie a Ida Nomi Venerosi Pesciolini, che ne ha insegnato i principi alle giovani allieve della Mens Sana in Corpore Sano, dopo aver tradotto il regolamento di Naismith. Purtroppo, a causa della guerra, il basket non trovò un terreno fertile in Italia, fino agli anni Venti.
Nei giochi olimpici di Roma del 1960, la squadra di basket italiana arrivò quarta, portando l’attenzione del pubblico italiano su questo sport. Dieci anni dopo, la Nazionale vince i campionati del mondo a Lubiana, battendo per la prima volta gli Stati Uniti, e la stessa cosa si ripete l’anno seguente, ai campionati europei di Essen.
Ma il basket italiano cambia definitivamente volto nel 1974, quando la Nazionale femminile di basket vince il Bronzo a Cagliari, aumentando il livello del gioco.
La scuola tecnica italiana, da allora, cresce fino agli anni Novanta, e molti allenatori di basket italiano vengono “esportati” per insegnarlo in tutta l’Europa.
Le società che investono nel basket italiano
Per prime, ad investire veramente nella pallacanestro italiana, sono state dieci società milanesi, che sancirono la nascita della Federazione Italiana Basketball, approvandone lo statuto ed eleggendo Arrigo Muggiani come primo presidente.
Dopo la guerra, le società ricominciarono ad investire nello sport, negli anni Cinquanta, e da allora la nazionale italiana di basket cominciò a crescere ma, secondo una ricerca sui principali campionati italiani, condotta dallo Studio Ghiretti & Associati, e risalente al 2014, è emerso che negli ultimi quindici anni c’è stata una riduzione del numero di aziende che investono nel calcio, nel basket e nel volley.
Sembra che il 66,6 % delle aziende top sponsor appartengano alla stessa regione, provincia o città della squadra sulla quale si investe, sviluppando un proprio core-business nel territorio di riferimento della squadra stessa.