Analisi grammaticale: come si fa, tecniche e consigli
|Ogni bambino nel periodo scolastico delle elementari non impara solo a scrivere e a leggere, ma pure a studiare tutte le composizioni di una frase piccola o lunga che sia.
Poteva essere divertente farlo insieme alla maestra, scoprire insieme tutti i vari passaggi di una perfetta analisi grammaticale e far preparare tutti i bambini alle future verifiche, cosa meno facile soprattutto se si studia poco.
Per ricordarselo è sempre meglio sapere tutte le varie componenti grammaticali come verbi, sostantivi, congiunzioni e anche gli articoli, finché si ha il libro accanto è facile ma a volte è meglio consultare un ottimo vocabolario.
Vediamo insieme come viene suddivisa una frase, quali sono le tecniche e i vari consigli da usare in questi casi.
Come si fa?
La frase che sia lunga o corta è piena di informazioni, per suddividerla e analizzare ogni parola e ogni suo componente, a volte il soggetto della frase può non essere presente, anche se nel lessico si può intuire che c’è in questo caso si dice “soggetto sottinteso”.
Un esempio è “Parlo spesso nel sonno.”
In questa frase si capisce di chi si tratta e chi è il soggetto, anche se non c’è la parola “Io” prima del verbo “parlo”, in questo caso si scrive la prima parola tra parentesi tonde con scritto Io, i due punti e poi soggetto sottinteso, e poi procedere con l’analisi di ogni parola.
Mentre quando si inizia una frase è interrogativa si inizia spesso con un “Chi” oppure “Qual è”, nell’ultimo caso occorre analizzare entrambe le due parole iniziali come due parole divise e non unite perché non è presente l’apostrofo.
Qual ed è funzionano bene anche da soli, uno è un troncamento della parole “Quale”, e può essere usato come pronome e/o aggettivo, mentre “è” deriva dal verbo essere, terza persona singolare.
La frase è spesso composta da 9 parti:
- Soggetto o nome: esso fa capire di chi si sta parlando o di cosa tratta la frase;
- Aggettivo: descrive la qualità di qualcuno o qualcosa, può essere
– dimostrativo: (questo/quello);
– indefinito (tutto/alcuno/molto/poco/ciascuno/nessuno);
– qualificativo: (brutto/ bello);
– possessivo (mio/tuo/nostro/vostro). - Pronome: parte del discorso che può sostituisce il nome, può essere:
– possessivo (il mio/ il tuo…);
– personale soggetto (io/tu/noi/voi);
– personale complemento (me/te);
– interrogativo/esclamativo (chi/che/quale/quando);
– relativo (che/cui/chi/il quale);
– dimostrativo (questo/quello/costui, colui)
– misto (chi/quanto)
– indefinito (uno, qualcuno, ognuno, nessuno); - Verbo: bisogna controllare le congiunzioni alla fine della parola:
– are;
– ere;
– ire;
– propria (essere e avere). - Avverbio:Parte di una frase che si giustappone ai verbi per far capire l’azione nello spazio, nel tempo o nelle modalità :
–Categoria: parola che precisa circostanze e modi in cui si svolge un evento o un’azione (bene/male)
– locuzione avverbiale: insieme di parole che svolge la funzione di avverbio (a poco a poco, all’improvviso, in un batter d’occhio,) - Articolo: parola con la funzione di un sostantivo, ovvero che ne specifica le caratteristiche, può essere:
– indeterminativo (un, uno, una);
– determinativo (il, lo, la, i, gli, le);
– partitivo (del, dello, della, dei, degli, delle). - Congiunzione: parola che unisce due elementi in una frase o due frasi in un periodo, può essere anche sotto forma di locuzione congiuntiva: insieme di più parole con funzione di congiunzione (dal momento che, ogni volta che, anche se).
- Interiezione: parte del discorso che esprime atteggiamento emotivo, oppure un’esclamazione, può essere:
– locuzione interiettiva: quando due o più parole usate come esclamazione (Santo cielo!, Povero me!/Per amor del cielo!…)
– impropria: usata per la maggior parte delle volte nelle esclamazioni, (Coraggio!/Peccato!…). - Preposizione: parte di una frase che serve a creare un legame fra parole e frasi; può essere:
– articolata (del/al/dal/nel)
– semplice (di/a/da/in/con/su/per/tra/fra).
Tecniche e consigli
Per iniziare bene una buona analisi grammaticale è sempre meglio studiare meglio e prima l’argomento in cui un bambino ha più lacune e difficoltà ad applicarsi.
Se non capisce le congiunzioni è meglio leggere l’argomento, osservare gli esempi e crearne di nuovi appena capisce il meccanismo e farlo esercitare per almeno mezz’oretta al giorno con altri e nuovi esempi, per poi ampliare gli esercizi e la lunghezza delle frasi.
Estremamente importante è capire bene la frase, leggerla con attenzione e ricordarsi bene a quale componente appartengono le parole, stare attenti a non confondere i verbi e anche riconoscere gli articoli, i sostantivi e anche la e congiunzione.
È sempre consigliabile anche scrivere prima in malacopia in caso di sbaglio o distrazione e poi, se ci si sente sicuri, scrivere in bella copia tutto l’elenco e i vari significati delle parole.